Alle pendici dei monti Cimini, davanti alla vasta pianura che si estende fino al mar Tirreno, è situataViterbo, città antica dal cuore di pietra in cui si sente ancora forte l'eco delle civiltà lontane che qui hanno lasciato le loro eredità. Un cuore di pietra in cui il segno dell'uomo ha continuato ad esprimersi fedele nel tempo alle antiche radici etrusche, lasciando con l'opera di molti artisti messaggi unici nel tufo. Furono loro i primi abitanti della zona: nei pressi del colle dove sorge attualmente il duomo.
La traccia più evidente di questa prima urbanizzazione è sicuramente la Necropoli Rupestre di Castel d'Asso, non lontano dalla città. Il percorso delle conquiste romane fu ben presto accompagnato dallo sviluppo della via Cassia, il cui primitivo tracciato si snodava nei pressi delle terme, dove sono tutt'ora visibili i resti di sontuosi edifici dell'epoca Augustea.
Ma Viterbo è anche un racconto che si legge percorrendo le vie del centro storico della Città dei Papi.
A partire dal pontificato di Alessandro la città fu scelta come sede dai Papi che intendevano sottrarsi alle lotte intestine ed alle cospirazioni di Roma, e fu teatro di numerosi importanti episodi della storia del soglio pontificio. A Viterbo accade anche che, scendendo verso la piazza Fontana Grande, attratti dallo stelo gotico che sovrasta il catino della bella fontana, si è poi attirati dal prospetto seicentesco dell'ex Chiesa degli Scalzi e poi, ancora seguendo il racconto che si snoda sui muri, si giunge nella Piazza del Plebiscito a cui fa da sfondo l'architettura quattrocentesca Palazzo Comunale e di quello del Potestà e poco oltre il Ponte del Duomo, quella del palazzo Farnese, posto lì quasi a preparare scenograficamente l'affascinante vista della Piazza della Cattedrale chiusa da una partitura di musicalità architettoniche composte di note per voci gotiche scritte sulla filigrana. Immersa in un'atmosfera di grande fascino e tranquillità, arricchita da un clima gradevole, v il tempo sembra essere stato per incanto fissato nei giochi d'ombra e sui volumi di antiche geometrie descrittive di leggi di non più consuete tecniche costruttive. Qui il tempo ha steso la sua patina, che ricorda l'odore acre dei fumi di mille anni, rendendo severo il carattere di queste costruzioni dal colore ferrigno che si aggrappa al blu del cielo prima che sia notte.